Regio VI
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Casa di Sallustio
La casa deve il nome ad un certo Sallustio menzionato in un’iscrizione elettorale dipinta sulla facciata. L’ultimo proprietario fu Cosso Libanio. L’impianto è sannitico e risale al III secolo a.C.. La decorazione imita le lastre marmoree realizzate in realtà con stucco a rilievo. La locanda aperta a lato dell’ingresso fa supporre che con la crisi successiva al terremoto l’abitazione fosse in parte adibita a funzioni di lucro.
La casa deve il nome ad un certo Sallustio menzionato in un’iscrizione elettorale dipinta sulla facciata. L’ultimo proprietario fu Cosso Libanio. L’impianto è sannitico e risale al III secolo a.C.. La decorazione imita le lastre marmoree realizzate in realtà con stucco a rilievo. La locanda aperta a lato dell’ingresso fa supporre che con la crisi successiva al terremoto l’abitazione fosse in parte adibita a funzioni di lucro.
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Casa di Pansa
E’ uno dei più nobili esempi di abitazione preromana (periodo sannitico). Presenta un piccolo peristilio a colonne esagonali, con decorazioni postagustee, con adiacenti altri ambienti (gineceo); su una delle pareti, entro una cornice paesistica, era rappresentato il mito di Diana e Atteone, andato distrutto nei bombardamenti dell’ultima guerra.
E’ uno dei più nobili esempi di abitazione preromana (periodo sannitico). Presenta un piccolo peristilio a colonne esagonali, con decorazioni postagustee, con adiacenti altri ambienti (gineceo); su una delle pareti, entro una cornice paesistica, era rappresentato il mito di Diana e Atteone, andato distrutto nei bombardamenti dell’ultima guerra.
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Casa del Poeta Tragico
Scavata negli anni 1824 – 1825, l’abitazione rappresenta una tipica casa pompeiana con atrio e peristilio. Nel mosaico dell’ingresso è raffigurato il famoso Cane attaccato alla catena con la scritta Cave canem (“attenti al cane”).
La decorazione della casa comprendeva dipinti e mosaici famosi, quasi tutti oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nell’atrio erano dipinti quadri con scene dell’Iliade, quali Achille e Briseide e Zeus ed Era. Nel tablino erano posti il mosaico con Attori teatrali (che ha dato il nome alla casa) e un dipinto con Admeto ed Alcesti. Nel peristilio si rinvenne il famoso Sacrificio di Ifigenia; una sala triclinare che si apriva sul portico era decorata con soggetti mitologici: Venere con il nido di Amorini, Arianna abbandonata e Diana.
Scavata negli anni 1824 – 1825, l’abitazione rappresenta una tipica casa pompeiana con atrio e peristilio. Nel mosaico dell’ingresso è raffigurato il famoso Cane attaccato alla catena con la scritta Cave canem (“attenti al cane”).
La decorazione della casa comprendeva dipinti e mosaici famosi, quasi tutti oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nell’atrio erano dipinti quadri con scene dell’Iliade, quali Achille e Briseide e Zeus ed Era. Nel tablino erano posti il mosaico con Attori teatrali (che ha dato il nome alla casa) e un dipinto con Admeto ed Alcesti. Nel peristilio si rinvenne il famoso Sacrificio di Ifigenia; una sala triclinare che si apriva sul portico era decorata con soggetti mitologici: Venere con il nido di Amorini, Arianna abbandonata e Diana.
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Casa del Narciso o dell'Ara Massima
La casa apparteneva ad un piccolo professionista di ceto medio/basso. Nonostante i tentativi di identificazione, il proprietario della residenza, o comunque il suo abitante, resta anonimo; non sono state chiarite inoltre la sua professione o il tipo di attività che si svolgeva nella sua bottega, nonostante la presenza di un gran numero di strumenti in bronzo e un insolito tavolo con sfinge egizia accosciata alla base del supporto.
Quel che resta delle mura perimetrali data la casa intorno al III sec. a.C., ma all’interno della casa si può immaginare la presenza di strutture più antiche; tuttavia non si dispone di dati precisi sulla loro tipologia e le loro dimensioni.
La decorazione pittorica delle pareti è ampiamente conservata.
La casa apparteneva ad un piccolo professionista di ceto medio/basso. Nonostante i tentativi di identificazione, il proprietario della residenza, o comunque il suo abitante, resta anonimo; non sono state chiarite inoltre la sua professione o il tipo di attività che si svolgeva nella sua bottega, nonostante la presenza di un gran numero di strumenti in bronzo e un insolito tavolo con sfinge egizia accosciata alla base del supporto.
Quel che resta delle mura perimetrali data la casa intorno al III sec. a.C., ma all’interno della casa si può immaginare la presenza di strutture più antiche; tuttavia non si dispone di dati precisi sulla loro tipologia e le loro dimensioni.
La decorazione pittorica delle pareti è ampiamente conservata.
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Casa della Fontana Grande e della Fontana Piccola
Le fontane, a forma di nicchia, sono completamente coperte da preziosi mosaici, composti da paste di vetro. Nella casa della Fontana Piccola, attorno alla nicchia, c’è un bellissimo paesaggio che rappresenta il mare e delle case sulla riva.
Nella casa della Fontana Grande ci sono delle copie di alcune statue bronzee, rappresentanti un putto con un delfino ed un pescatore.
Le fontane, a forma di nicchia, sono completamente coperte da preziosi mosaici, composti da paste di vetro. Nella casa della Fontana Piccola, attorno alla nicchia, c’è un bellissimo paesaggio che rappresenta il mare e delle case sulla riva.
Nella casa della Fontana Grande ci sono delle copie di alcune statue bronzee, rappresentanti un putto con un delfino ed un pescatore.
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Casa dell’Ancora Nera
Prende il nome da un’ancora a mosaico visibile nel pavimento dell’ingresso. E’ notevole anche il giardino, posto ad un livello inferiore, con nicchie ad abside in basso e terminate in alto da un elegante colonnato.
Prende il nome da un’ancora a mosaico visibile nel pavimento dell’ingresso. E’ notevole anche il giardino, posto ad un livello inferiore, con nicchie ad abside in basso e terminate in alto da un elegante colonnato.
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Casa del Fauno
La Casa del Fauno ricopre un intero isolato della città (3.000 mq). Per grandezza ed eleganza esula dal mediocre ambiente pompeiano ed è piuttosto paragonabile alle dimore principesche di Pella, in Macedonia. Risale al II secolo a.C: il nome deriva dalla scoperta nell’atrio di una piccola statua in bronzo rappresentante un fauno. Nel 1831 sul pavimento dell’esedra nel primo peristilio si rinvenne un enorme mosaico (m. 5,12 x 2,77) raffigurante la battaglia di Issos (333 a.C.) fra Alessandro Magno e Dario III di Persia. Si tratta probabilmente della copia a mosaico di un famoso dipinto del pittore greco Filosseno (IV secolo a.C). Per eseguirla occorsero un milione e mezzo di tesseræ.
Il mosaico originale si trova presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed è stato recentemente riprodotto con pietre scelte tra quelle analoghe alle originali (tagliate prima con una macchina di precisione e poi lavorate a mano fino a ridurle a tessere quadrate di un millimetro e mezzo di lato) e riposizionato nell'esedra della casa.
La Casa del Fauno ricopre un intero isolato della città (3.000 mq). Per grandezza ed eleganza esula dal mediocre ambiente pompeiano ed è piuttosto paragonabile alle dimore principesche di Pella, in Macedonia. Risale al II secolo a.C: il nome deriva dalla scoperta nell’atrio di una piccola statua in bronzo rappresentante un fauno. Nel 1831 sul pavimento dell’esedra nel primo peristilio si rinvenne un enorme mosaico (m. 5,12 x 2,77) raffigurante la battaglia di Issos (333 a.C.) fra Alessandro Magno e Dario III di Persia. Si tratta probabilmente della copia a mosaico di un famoso dipinto del pittore greco Filosseno (IV secolo a.C). Per eseguirla occorsero un milione e mezzo di tesseræ.
Il mosaico originale si trova presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed è stato recentemente riprodotto con pietre scelte tra quelle analoghe alle originali (tagliate prima con una macchina di precisione e poi lavorate a mano fino a ridurle a tessere quadrate di un millimetro e mezzo di lato) e riposizionato nell'esedra della casa.
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Casa degli Amorini Dorati
In questa casa è avvenuto il rinvenimento, in uno dei cubicoli, di dischetti di vetro con amorini incisi su foglia di oro e inseriti nella parete dipinta. I proprietari appartenevano alla famiglia di Poppea, seconda moglie di Nerone.
L’ambiente più caratteristico é il giardino, originariamente decorato con sculture di marmo, dischi penduli (oscilla), erme e maschere teatrali. Il sacello domestico (lararium) era dedicato a divinità orientali, dipinte sulla parete: Iside, Serapide ed Arpocrate. Particolarmente elegante la decorazione del salone nero, restaurata dopo il terremoto del 62 d.C., con quadri raffiguranti Achille e Breseide, Giasone che si presenta a Pelia prima di fuggire con Medea e Tetide nella fucina di Efesto.
In questa casa è avvenuto il rinvenimento, in uno dei cubicoli, di dischetti di vetro con amorini incisi su foglia di oro e inseriti nella parete dipinta. I proprietari appartenevano alla famiglia di Poppea, seconda moglie di Nerone.
L’ambiente più caratteristico é il giardino, originariamente decorato con sculture di marmo, dischi penduli (oscilla), erme e maschere teatrali. Il sacello domestico (lararium) era dedicato a divinità orientali, dipinte sulla parete: Iside, Serapide ed Arpocrate. Particolarmente elegante la decorazione del salone nero, restaurata dopo il terremoto del 62 d.C., con quadri raffiguranti Achille e Breseide, Giasone che si presenta a Pelia prima di fuggire con Medea e Tetide nella fucina di Efesto.
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Casa dei Vettii
La Casa dei Vettii mostra la raffinatezza raggiunta dalla ricca borghesia pompeiana nel I secolo d.C.. Dall’ingresso, dove è dipinto un Priapo, si passa nell’atrio tuscanico, dove erano esposte le arche di legno con il tesoro di famiglia. Tre ampie stanze si aprono sul giardino: la Stanza di Issione mostra quadri di amori infelici, come quello di Pasife per il toro di legno scolpito da Dedalo, unione dalla quale nascerà il Minotauro; la Stanza di Penteo mostra Eracle che strozza i serpenti, il Supplizio di Penteo e il Supplizio di Dirce; la grande sala triclinare è la più raffinata di tutte: mostra lunghi fregi a fondo nero con amorini intenti in attività di profumieri, di orafi, di vinai ecc.. Sul lato nord della casa vi è, in corrispondenza dell’atrio, una cucina con gabinetto erotico.
La Casa dei Vettii mostra la raffinatezza raggiunta dalla ricca borghesia pompeiana nel I secolo d.C.. Dall’ingresso, dove è dipinto un Priapo, si passa nell’atrio tuscanico, dove erano esposte le arche di legno con il tesoro di famiglia. Tre ampie stanze si aprono sul giardino: la Stanza di Issione mostra quadri di amori infelici, come quello di Pasife per il toro di legno scolpito da Dedalo, unione dalla quale nascerà il Minotauro; la Stanza di Penteo mostra Eracle che strozza i serpenti, il Supplizio di Penteo e il Supplizio di Dirce; la grande sala triclinare è la più raffinata di tutte: mostra lunghi fregi a fondo nero con amorini intenti in attività di profumieri, di orafi, di vinai ecc.. Sul lato nord della casa vi è, in corrispondenza dell’atrio, una cucina con gabinetto erotico.
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Casa del Labirinto
Questa nobile casa risale all’epoca sannitica, ed ha un duplice atrio ed un ampio peristilio. La denominazione deriva da un mosaico con la Lotta fra Teseo e il Minotauro nel Labirinto. La sontuosa stanza di rappresentanza è di tipo oecus corinthius; mostra dieci colonne in muratura addossate alle pareti, che accentuano l’effetto spaziale delle pitture architettoniche. La casa era dotata anche di terme private e di un panificio con tre macine.
Questa nobile casa risale all’epoca sannitica, ed ha un duplice atrio ed un ampio peristilio. La denominazione deriva da un mosaico con la Lotta fra Teseo e il Minotauro nel Labirinto. La sontuosa stanza di rappresentanza è di tipo oecus corinthius; mostra dieci colonne in muratura addossate alle pareti, che accentuano l’effetto spaziale delle pitture architettoniche. La casa era dotata anche di terme private e di un panificio con tre macine.
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Casa di Meleagro
Presenta un grandioso peristilio, con un’ampia vasca di giardino. Su di un lato si apre una vasta sala con colonnato interno di tipo ellenistico del cosiddetto oecus corinthius. In un’altra grande sala ci sono resti di una fastosa decorazione.
Presenta un grandioso peristilio, con un’ampia vasca di giardino. Su di un lato si apre una vasta sala con colonnato interno di tipo ellenistico del cosiddetto oecus corinthius. In un’altra grande sala ci sono resti di una fastosa decorazione.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/apollo_orig.jpg)
Casa di Apollo
Ha la facciata ancora di aspetto italico, ma internamente è decorata secondo il gusto e la moda dell’ultimo periodo pompeiano. Alle spalle del tablino c’è una fontana con alle spalle un cubicolo, sulla cui parete esterna un mosaico rappresenta Achille e Sciro, mentre all’interno un altro rappresenta scene figurate della Gara musicale fra Apollo e Marsia.
Ha la facciata ancora di aspetto italico, ma internamente è decorata secondo il gusto e la moda dell’ultimo periodo pompeiano. Alle spalle del tablino c’è una fontana con alle spalle un cubicolo, sulla cui parete esterna un mosaico rappresenta Achille e Sciro, mentre all’interno un altro rappresenta scene figurate della Gara musicale fra Apollo e Marsia.
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Torre di Mercurio
La Torre di Mercurio (o Torre XI) si erge in fondo alla Via di Mercurio, laddove prima della Guerra Sociale si apriva una porta. La costruzione mostra ancora i colpi inferti dalle catapulte di Silla durante l’assedio dell’89 a.C. La torre è a due piani ed è munita all’interno di una scala. Da essa si accedeva in basso ad una postierla ed in alto ad un cammino di ronda merlato che correva sopra le mura.
La Torre di Mercurio (o Torre XI) si erge in fondo alla Via di Mercurio, laddove prima della Guerra Sociale si apriva una porta. La costruzione mostra ancora i colpi inferti dalle catapulte di Silla durante l’assedio dell’89 a.C. La torre è a due piani ed è munita all’interno di una scala. Da essa si accedeva in basso ad una postierla ed in alto ad un cammino di ronda merlato che correva sopra le mura.
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Casa del Chirurgo
La casa, costruita di calcare del Sarno risale al IV secolo a.C.. E’ stata così denominata per il rinvenimento di circa 40 strumenti chirurgici di bronzo e di ferro, tra i quali pinze, bisturi e forcipi. Gli strumenti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La casa, costruita di calcare del Sarno risale al IV secolo a.C.. E’ stata così denominata per il rinvenimento di circa 40 strumenti chirurgici di bronzo e di ferro, tra i quali pinze, bisturi e forcipi. Gli strumenti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
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Via di Mercurio
Alla fine di questa ampia via, proseguimento di Via del Foro, si trova la Torre di Mercurio (o Torre XI), parte della cinta di fortificazione costruita nell’89 a.C., prima della conquista di Silla. Lungo questa strada sorge la Casa dell’Ancora Nera, cosiddetta da un’ancora a mosaico rinvenuta sul pavimento d’ingresso, la Casa della Fontana Grande e della Fontana Piccola, con una bellissima fontana anch’essa a mosaico e la Casa di Apollo, decorata nel gusto dell’ultimo periodo pompeiano.
Alla fine di questa ampia via, proseguimento di Via del Foro, si trova la Torre di Mercurio (o Torre XI), parte della cinta di fortificazione costruita nell’89 a.C., prima della conquista di Silla. Lungo questa strada sorge la Casa dell’Ancora Nera, cosiddetta da un’ancora a mosaico rinvenuta sul pavimento d’ingresso, la Casa della Fontana Grande e della Fontana Piccola, con una bellissima fontana anch’essa a mosaico e la Casa di Apollo, decorata nel gusto dell’ultimo periodo pompeiano.
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Vicolo Mercurio
Vi si trova l’ingresso della Casa del Labirinto, di epoca sannitica, che prende il nome da un quadro inserito nel pavimento di una stanza, che rappresenta il mito del Minotauro nel Labirinto.
Vi si trova l’ingresso della Casa del Labirinto, di epoca sannitica, che prende il nome da un quadro inserito nel pavimento di una stanza, che rappresenta il mito del Minotauro nel Labirinto.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/v-consolare_orig.jpg)
Via Consolare
Lungo questa via troviamo la Casa di Sallustio, la Casa del Chirurgo, così chiamata per il ritrovamento di vari strumenti chirurgici, un pistrinum e un edificio che fungeva da sede per la corporazione degli operai addetti alle saline. La via termina alla Porta Ercolano, la più importante di Pompei.
Lungo questa via troviamo la Casa di Sallustio, la Casa del Chirurgo, così chiamata per il ritrovamento di vari strumenti chirurgici, un pistrinum e un edificio che fungeva da sede per la corporazione degli operai addetti alle saline. La via termina alla Porta Ercolano, la più importante di Pompei.
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Vicolo Vettii
Vi si affaccia la Casa dei Vettii, una delle più lussuose di Pompei, che apparteneva a ricchi mercanti. E’ adorna di bellissimi affreschi, tutti posteriori al terremoto del 62, che rappresentano uno degli esempi meglio conservati di pitture dell’antichità giunti fino ai nostri giorni. Il vicolo termina a Porta Vesuvio.
Vi si affaccia la Casa dei Vettii, una delle più lussuose di Pompei, che apparteneva a ricchi mercanti. E’ adorna di bellissimi affreschi, tutti posteriori al terremoto del 62, che rappresentano uno degli esempi meglio conservati di pitture dell’antichità giunti fino ai nostri giorni. Il vicolo termina a Porta Vesuvio.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/p-ercolano_orig.jpg)
Porta Ercolano
Forse questa è la parte più interessante delle fortificazioni di Pompei. La porta deve il suo nome al fatto che è rivolta verso la città di Ercolano. Era dotata di tre fornici, uno maggiore per i carri e due minori per i pedoni. La tecnica di costruzione è stata definita mista, in quanto furono usate rocce e tufo per la sua edificazione. Nell’ultima fase non aveva funzioni difensive.
Forse questa è la parte più interessante delle fortificazioni di Pompei. La porta deve il suo nome al fatto che è rivolta verso la città di Ercolano. Era dotata di tre fornici, uno maggiore per i carri e due minori per i pedoni. La tecnica di costruzione è stata definita mista, in quanto furono usate rocce e tufo per la sua edificazione. Nell’ultima fase non aveva funzioni difensive.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/n-ercolano_orig.jpg)
Necropoli di Porta Ercolano
Oltre l’omonima porta si apriva la Necropoli di Porta Ercolano con belle tombe a sedile (schola), a mausoleo ed a camera. Come le altre necropoli di Pompei si trova oltre le mura della città, in una parte dove, tra l'altro, si trova anche una strada costeggiata da più sepolcri.
Oltre l’omonima porta si apriva la Necropoli di Porta Ercolano con belle tombe a sedile (schola), a mausoleo ed a camera. Come le altre necropoli di Pompei si trova oltre le mura della città, in una parte dove, tra l'altro, si trova anche una strada costeggiata da più sepolcri.