Regio IX
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/t-centrali_orig.jpg)
Terme Centrali
Le Terme Centrali, poste sull’intero isolato (insula) all’incrocio tra la Via di Nola e la Via di Stabia, furono edificate nell’ambito del risanamento della città a seguito del terremoto del 62 d.C..
Esse riflettono le più moderne concezioni architettoniche e mostrano pertanto maggiore ampiezza e organicità nella distribuzione delle sale. Costruite interamente in mattoni, sono dotate di un unico impianto termale, non suddiviso in sezione maschile e femminile. Dall’ingresso si accede alla palestra, per poi passare allo spogliatoio (apodyterium) con piscina circolare per il bagno freddo, al tepidario (tepidarium) ed infine al caldario (calidarium). Un elemento nuovo è costituito dalla sauna, che si compiva in un ambiente circolare a quattro nicchie (laconicum). Gli ambienti prendevano luce da grandi finestre con vetrate. Al momento dell’eruzione la costruzione del complesso termale era ancora in corso.
Le Terme Centrali, poste sull’intero isolato (insula) all’incrocio tra la Via di Nola e la Via di Stabia, furono edificate nell’ambito del risanamento della città a seguito del terremoto del 62 d.C..
Esse riflettono le più moderne concezioni architettoniche e mostrano pertanto maggiore ampiezza e organicità nella distribuzione delle sale. Costruite interamente in mattoni, sono dotate di un unico impianto termale, non suddiviso in sezione maschile e femminile. Dall’ingresso si accede alla palestra, per poi passare allo spogliatoio (apodyterium) con piscina circolare per il bagno freddo, al tepidario (tepidarium) ed infine al caldario (calidarium). Un elemento nuovo è costituito dalla sauna, che si compiva in un ambiente circolare a quattro nicchie (laconicum). Gli ambienti prendevano luce da grandi finestre con vetrate. Al momento dell’eruzione la costruzione del complesso termale era ancora in corso.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/lucrezio_orig.jpg)
Casa di Marco Lucrezio
Il proprietario di questa bellissima casa era un sacerdote di Marte e uno dei decurioni della città. Non ci sono tracce dell’impluvium nell’atrio, ma sulla destra è presente un larario. Dietro il tablinium c’è un piccolo e grazioso giardino, dove, nella nicchia con la fontana, ci sono delle statue di marmo: dei satiri, Cupido a cavallo di un delfino e altri animali. Nelle stanze disposte intorno all’atrio ci sono piccoli affreschi che rappresentano soggetti mitologici, dei e cupidi; sulla destra del tablinium c’è un grande affresco che mostra il Trionfo di Bacco, dove il dio è rappresentato con un arma ed è seguito dalla dea Vittoria.
Il proprietario di questa bellissima casa era un sacerdote di Marte e uno dei decurioni della città. Non ci sono tracce dell’impluvium nell’atrio, ma sulla destra è presente un larario. Dietro il tablinium c’è un piccolo e grazioso giardino, dove, nella nicchia con la fontana, ci sono delle statue di marmo: dei satiri, Cupido a cavallo di un delfino e altri animali. Nelle stanze disposte intorno all’atrio ci sono piccoli affreschi che rappresentano soggetti mitologici, dei e cupidi; sulla destra del tablinium c’è un grande affresco che mostra il Trionfo di Bacco, dove il dio è rappresentato con un arma ed è seguito dalla dea Vittoria.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/epidio_orig.jpg)
Casa di Epidio Rufo
Ha un atrio corinzio a 16 colonne, grandioso esempio di atrio polistilo, con un larario per il culto domestico con un’iscrizione di due liberti dedicata al genio del signore della casa: Genio Marci Nostri et Laribus, duo Diadumeni liberti. Nell’ingresso, un cubicolo conserva il taglio e la decorazione di una finestrella di età sannitica.
Ha un atrio corinzio a 16 colonne, grandioso esempio di atrio polistilo, con un larario per il culto domestico con un’iscrizione di due liberti dedicata al genio del signore della casa: Genio Marci Nostri et Laribus, duo Diadumeni liberti. Nell’ingresso, un cubicolo conserva il taglio e la decorazione di una finestrella di età sannitica.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/verecundus_orig.jpg)
Officina di Verecundus
Era la fabbrica di Vecilius Verecundus posta sulla Via dell’Abbondanza. Sulla facciata sono raffigurati il dio Mercurio, protettore dei mercanti, che esce da un tempio con la borsa piena di danaro e Venere, protettrice della città, su una quadriga di elefanti tra amorini e lari.
Sull’insegna della bottega, sono illustrate le attività della fabbrica, come la tessitura e bollitura delle stoffe eseguite da lanaioli e feltrai (coactiliarii) e la vendita al banco. Sull’architrave di uno degli ingressi sono dipinti i busti di Apollo, Giove, Mercurio e Diana; ai lati, Venere con amorini ed una processione popolare con una divinità su portantina (ferculum). Alcune raffigurazioni sono state imbrattate nell’antichità con propagande elettorali. Presso uno degli ingressi è posto un calderone di bronzo con fallo alato in un tempietto.
Era la fabbrica di Vecilius Verecundus posta sulla Via dell’Abbondanza. Sulla facciata sono raffigurati il dio Mercurio, protettore dei mercanti, che esce da un tempio con la borsa piena di danaro e Venere, protettrice della città, su una quadriga di elefanti tra amorini e lari.
Sull’insegna della bottega, sono illustrate le attività della fabbrica, come la tessitura e bollitura delle stoffe eseguite da lanaioli e feltrai (coactiliarii) e la vendita al banco. Sull’architrave di uno degli ingressi sono dipinti i busti di Apollo, Giove, Mercurio e Diana; ai lati, Venere con amorini ed una processione popolare con una divinità su portantina (ferculum). Alcune raffigurazioni sono state imbrattate nell’antichità con propagande elettorali. Presso uno degli ingressi è posto un calderone di bronzo con fallo alato in un tempietto.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/thermopolium1_orig.jpg)
Thermopolium delle Aselline
E’ la locanda (thermopolium) più completa scoperta a Pompei. Vi si è rinvenuta tutta la suppellettile, in parte di terracotta e in parte di bronzo. Il bollitoio di bronzo nel bancone era, al momento dello scavo, ancora ermeticamente chiuso e probabilmente conteneva dell’acqua. Si notano tre banchi di vendita e un larario in stucco nel quale sono dipinti Mercurio, dio del commercio, e Bacco, dio del vino. Gli orci murati nel bancone servivano a tenere in caldo bevande e cibarie. In uno di essi si rinvenne la cassa della giornata: 683 sesterzi, poco più del prezzo di un mulo che costava 520 sesterzi.
Una scala interna conduceva al piano superiore. L’insegna dipinta all’esterno mostra tre brocche e un imbuto. Al disopra, un’iscrizione elettorale a lettere rosse dice che le “aselline” Maria (ebrea), Egle (greca) e Smiryna (asiatica) caldeggiano l’elezione di Lollio Fusco. Probabilmente Asellina era il nome della proprietaria della locanda.
E’ la locanda (thermopolium) più completa scoperta a Pompei. Vi si è rinvenuta tutta la suppellettile, in parte di terracotta e in parte di bronzo. Il bollitoio di bronzo nel bancone era, al momento dello scavo, ancora ermeticamente chiuso e probabilmente conteneva dell’acqua. Si notano tre banchi di vendita e un larario in stucco nel quale sono dipinti Mercurio, dio del commercio, e Bacco, dio del vino. Gli orci murati nel bancone servivano a tenere in caldo bevande e cibarie. In uno di essi si rinvenne la cassa della giornata: 683 sesterzi, poco più del prezzo di un mulo che costava 520 sesterzi.
Una scala interna conduceva al piano superiore. L’insegna dipinta all’esterno mostra tre brocche e un imbuto. Al disopra, un’iscrizione elettorale a lettere rosse dice che le “aselline” Maria (ebrea), Egle (greca) e Smiryna (asiatica) caldeggiano l’elezione di Lollio Fusco. Probabilmente Asellina era il nome della proprietaria della locanda.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/polibio_orig.jpg)
Casa di Caio Giulio Polibio
La Casa di Caio Giulio Polibio è dotata di due atri, uno interamente coperto, l’altro con compluvio e privo di colonne (tuscanico).
Particolarmente elegante è la decorazione del salone nero sul fondo del giardino con la raffigurazione della Punizione di Dirce. La casa era in corso di restauro per i danni subiti dal terremoto. Ciò spiega la presenza di un mucchio di calce nel primo atrio. In un ambiente era custodita una collezione di bronzi, fra i quali una statua di efebo portalampade (lampadophoros) del tipo dell’Apollo di Piombino ed un cratere laconico con iscrizione greca sull’orlo.
La Casa di Caio Giulio Polibio è dotata di due atri, uno interamente coperto, l’altro con compluvio e privo di colonne (tuscanico).
Particolarmente elegante è la decorazione del salone nero sul fondo del giardino con la raffigurazione della Punizione di Dirce. La casa era in corso di restauro per i danni subiti dal terremoto. Ciò spiega la presenza di un mucchio di calce nel primo atrio. In un ambiente era custodita una collezione di bronzi, fra i quali una statua di efebo portalampade (lampadophoros) del tipo dell’Apollo di Piombino ed un cratere laconico con iscrizione greca sull’orlo.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/obellio_orig.jpg)
Casa di Obellio Firmo
La casa mostra murature in calcare e colonne di tufo grigio che ne fanno risalire l’impianto all’età sannitica.
E’ dotata di duplice atrio, uno rappresentativo con colonne corinzie (tetrastilo) e l’altro di servizio e privo di colonne (tuscanico). Nell’atrio di rappresentanza è esposta la cassa con il tesoro della famiglia. Sul giardino si apre un salone con delle belle pitture. Al momento dell’eruzione era in corso di restauro per i danni causati dal terremoto del 62 d.C..
La casa mostra murature in calcare e colonne di tufo grigio che ne fanno risalire l’impianto all’età sannitica.
E’ dotata di duplice atrio, uno rappresentativo con colonne corinzie (tetrastilo) e l’altro di servizio e privo di colonne (tuscanico). Nell’atrio di rappresentanza è esposta la cassa con il tesoro della famiglia. Sul giardino si apre un salone con delle belle pitture. Al momento dell’eruzione era in corso di restauro per i danni causati dal terremoto del 62 d.C..
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/centenario_orig.jpg)
Casa del Centenario
E’ così chiamata perché fu scavata nel 18° centenario dell’eruzione (1879). Di proprietà di Aulus Rustius Verus, è un edificio molto complesso, probabilmente risultato dalla fusione di tre abitazioni indipendenti. Presenta due atri che formavano la parte anteriore della casa, cui segue un vasto peristilio con il portico anteriore ad ordine sovrapposto. Nel giardino c’era una piscina adorna di una statua in bronzo (ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) di Satiro con l’otre, oltre ad una fontana ed una statua marmorea di Ermafrodito. Sono notevoli le decorazioni a fondo bianco della stanza (oecus) che si apre sotto il portico anteriore del peristilio e la decorazione, a fondo nero, della stanza attigua.
E’ così chiamata perché fu scavata nel 18° centenario dell’eruzione (1879). Di proprietà di Aulus Rustius Verus, è un edificio molto complesso, probabilmente risultato dalla fusione di tre abitazioni indipendenti. Presenta due atri che formavano la parte anteriore della casa, cui segue un vasto peristilio con il portico anteriore ad ordine sovrapposto. Nel giardino c’era una piscina adorna di una statua in bronzo (ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) di Satiro con l’otre, oltre ad una fontana ed una statua marmorea di Ermafrodito. Sono notevoli le decorazioni a fondo bianco della stanza (oecus) che si apre sotto il portico anteriore del peristilio e la decorazione, a fondo nero, della stanza attigua.