Scoperta la villa dove morì Augusto
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/augusto1_orig.jpg)
I ricchi patrizi romani avevano scelto questa regione, la Campania Felix, per costruirvi le ville più sontuose e trascorrervi momenti di tranquillità, lontani dal clamore della vita politica e dalla folla della brulicante Roma.
Tale era la bellezza e la quiete di questi luoghi che Tacito e Svetonio affermano che l'impertaore Augusto morì proprio in una di queste magnifiche ville presso Nola (“apud Nolæ”), dove c’erano molti possedimenti terrieri di nobili e influenti personaggi del mondo senatorio romano.
Nel 1932 Matteo Della Corte, allora ispettore della Soprintendenza di Napoli, quando ancora non esisteva la Soprintendenza di Pompei e Ercolano, attuò uno scavo nell’area di Somma Vesuviana, in seguito alle sollecitazioni di un contadino che aveva notato qualcosa di strano già nel 1929. Il ritrovamento, seppure piccolo e parziale (un’area di 5 x 5 m), fece intuire che si trattava di un qualcosa di molto importante.
Gli scavi, situati nella località di Starza della Regina, nel comune di Somma Vesuviana, sono ripresi nel 2001, grazie all’iniziativa dell’Università di Tokyo, in partenariato con l’Università Federico II e l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, e sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica di Napoli.
Il sito archeologico si trova alle pendici del Monte Somma, sul versante settentrionale del Vesuvio, in un’area più volte soggetta ai danni provocati dalle ripetute eruzioni vulcaniche; una zona dove comunque la successione degli eventi naturali e delle vicissitudini umane ha avuto un impatto secondario, rispetto a quanto verificatosi nella zona costiera, dove scavi e ricerche archeologiche furono iniziate precedentemente, a partire dalla prima decade del XVIII secolo.
I risultati del progetto stanno superando le aspettative, visto che sono venuti alla luce resti architettonici che hanno tutti i caratteri dell’eccezionalità.
Tale era la bellezza e la quiete di questi luoghi che Tacito e Svetonio affermano che l'impertaore Augusto morì proprio in una di queste magnifiche ville presso Nola (“apud Nolæ”), dove c’erano molti possedimenti terrieri di nobili e influenti personaggi del mondo senatorio romano.
Nel 1932 Matteo Della Corte, allora ispettore della Soprintendenza di Napoli, quando ancora non esisteva la Soprintendenza di Pompei e Ercolano, attuò uno scavo nell’area di Somma Vesuviana, in seguito alle sollecitazioni di un contadino che aveva notato qualcosa di strano già nel 1929. Il ritrovamento, seppure piccolo e parziale (un’area di 5 x 5 m), fece intuire che si trattava di un qualcosa di molto importante.
Gli scavi, situati nella località di Starza della Regina, nel comune di Somma Vesuviana, sono ripresi nel 2001, grazie all’iniziativa dell’Università di Tokyo, in partenariato con l’Università Federico II e l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, e sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica di Napoli.
Il sito archeologico si trova alle pendici del Monte Somma, sul versante settentrionale del Vesuvio, in un’area più volte soggetta ai danni provocati dalle ripetute eruzioni vulcaniche; una zona dove comunque la successione degli eventi naturali e delle vicissitudini umane ha avuto un impatto secondario, rispetto a quanto verificatosi nella zona costiera, dove scavi e ricerche archeologiche furono iniziate precedentemente, a partire dalla prima decade del XVIII secolo.
I risultati del progetto stanno superando le aspettative, visto che sono venuti alla luce resti architettonici che hanno tutti i caratteri dell’eccezionalità.
![Foto](/uploads/1/1/6/9/116934250/augusto2_orig.jpg)
Dopo il primo anno dedicato esclusivamente ad una ricognizione e a prove geotecniche sul territorio, senza nessuna indagine di tipo invasivo per circoscrivere e delimitare l’area di partenza, dal 2002 si è proceduto allo scavo vero e proprio che ha riportato, in un’area di dieci metri per dieci, la buca scavata dal Della Corte.
Nel 2004, quindi, è stata riportata alla luce un’opera quadrata con i pilastri che sostengono gli archi, realizzati non con mattoni e malta, ma con grandi blocchi di pietra grigia vesuviana, profilati con cornici di calcare bianco. Una struttura che risale, nel suo impianto originario, al periodo tardo repubblicano e che deve essere vissuta fino al V-VI secolo, seppellita da un’eruzione.
L’area di scavo è stata portata ad una superficie di 25 metri per 30, per un totale di settecento metri quadrati di area scavata. Al suo interno è stato osservato un cortile il cui pavimento ha una profondità di circa otto metri e mezzo, e le strutture all’interno sono conservate per un’altezza di sei metri.
L’aspetto di eccezionalità è costituito proprio da queste strutture ad archi non di tipo funzionale ma di apparato, che uniscono due muri paralleli a quindici metri di distanza l’uno dall’altro. Già sono state segnalate, collegate a questo cortile, altre stanze di quella che se non è la Villa di Augusto, deve certamente essere la dimora di un personaggio molto importante, forse un senatore o un ricco patrizio. La fabbrica, secondo le prospezioni effettuate con i georadar, si estende su una superficie di migliaia di metri quadrati.
Nel 2004, quindi, è stata riportata alla luce un’opera quadrata con i pilastri che sostengono gli archi, realizzati non con mattoni e malta, ma con grandi blocchi di pietra grigia vesuviana, profilati con cornici di calcare bianco. Una struttura che risale, nel suo impianto originario, al periodo tardo repubblicano e che deve essere vissuta fino al V-VI secolo, seppellita da un’eruzione.
L’area di scavo è stata portata ad una superficie di 25 metri per 30, per un totale di settecento metri quadrati di area scavata. Al suo interno è stato osservato un cortile il cui pavimento ha una profondità di circa otto metri e mezzo, e le strutture all’interno sono conservate per un’altezza di sei metri.
L’aspetto di eccezionalità è costituito proprio da queste strutture ad archi non di tipo funzionale ma di apparato, che uniscono due muri paralleli a quindici metri di distanza l’uno dall’altro. Già sono state segnalate, collegate a questo cortile, altre stanze di quella che se non è la Villa di Augusto, deve certamente essere la dimora di un personaggio molto importante, forse un senatore o un ricco patrizio. La fabbrica, secondo le prospezioni effettuate con i georadar, si estende su una superficie di migliaia di metri quadrati.